Il ricco apparato decorativo del Tempio prese corpo quando, nel 1565, i monaci decisero di arricchire la nuova Chiesa, dando corso a un ambizioso progetto iconografico che coinvolse artisti allora attivi a Ferrara. In quell’occasione affidarono a Nicolò Roselli la realizzazione delle Storie di Cristo per ornare gli altari delle cappelle laterali della Chiesa, e a Ercole Aviati l’esecuzione di altrettante ancone lignee riccamente decorate.
Il racconto di Roselli inizia dalla prima cappella a sinistra dell’ingresso con il tema dell’Annunciazione e termina nella sesta di destra, prima del grande altare del transetto, con la tavola della Crocifissione. Quest’ultima era stata eseguita qualche anno prima sempre per i certosini che, evidentemente soddisfatti dell’esito, rinnovarono l’incarico a Nicolò per completare il ciclo. Le undici tavole che ornano gli altari delle cappelle laterali, a esclusione di quella distrutta da una bomba caduta sulla quinta cappella di destra – eseguita anch’essa in precedenza, ma probabilmente da un autore ignoto –, documentano il percorso artistico di Roselli, che rielabora attraverso un linguaggio semplice la lezione grafica düreriana, arricchita dalla cifra cromatica dossesca che si concretizza in una composizione plastica e spaziale vicina al modo dei Filippi.
Le preziose ancone decorate da Ercole Aviati, ricche di colte invenzioni formali inserite nel raffinato decoro a grottesche, si sposano armoniosamente con le tavole di Roselli, per quanto l’effetto di simbiosi raggiunga esiti davvero straordinari con le monumentali pale dei Filippi realizzate per gli altari dei transetti e per il maestoso San Cristoforo. La potenza dell’opera che raffigura il santo titolare del monastero – eseguita dal Bastianino per l’abside in occasione della consacrazione del Tempio avvenuta nel 1572 – funge da fondale al magnifico Ciborio, progettato dall’architetto Nicolò Donati e realizzato nel 1597 da Marc’Antonio Maldrato. In legno scolpito e dorato, esso raggiunge un’altezza superiore ai sei metri e in origine, nella sommità del tamburo, conteneva due piccoli dipinti su rame dei Carracci, ora conservati ed esposti nella Pinacoteca Nazionale di Ferrara.
Il ciclo con le Storie di Cristo, l’ancona con il San Cristoforo e il Ciborio dell’altare maggiore, che costituiscono il primo allestimento (inaugurato il 3 dicembre 2006) di commissione certosina, accanto all’elegante coro del transetto e insieme ad altri arredi liturgici, sono oggetto della restituzione alla città del Tempio di San Cristoforo il cui patrimonio, seppur privo di importanti testimonianze a causa delle alterne vicende che lo hanno coinvolto, rappresenta uno dei maggiori nuclei artistici della città e documenta le diverse produzioni dell’arte ferrarese dal Cinquecento all’Ottocento.
A chiusura dei restauri effettuati nel corso di questi anni, nel settembre del 2007 sono stati definitivamente ricollocati più di cento dipinti di importanti autori fra i quali ricordiamo, oltre al Bastianino, anche Bononi, Cesi, Avanzi, Scarsellino e Cozza. Troverà inoltre il suo antico assetto il prezioso coro composto da 56 stalli a tarsie prospettiche attribuito a Pier Antonio degli Abbati e proveniente dalla Chiesa di Sant’Andrea, che insieme all’arredo settecentesco della sacrestia completeranno l’arredo liturgico.