Nel 1738 vengono portati nel lapidario i marmi romani del Duomo e fra questi la stele a figura intera del medico
Pupius, successivamente il sarcofago di
Annia Faustina che era utilizzato nella chiesa di S.Stefano come mensa d’altare.
Già dal 1711 era iniziata la serie di scoperte dei monumenti iscritti di Voghenza, Voghiera e Gambulaga che confluiscono nel Lapidario.
E’ del 1739 il trasporto a Ferrara dell’imponente sarcofago di
Aurelia Eutychia, il più notevole esempio di sarcofago architettonico della Cisalpina; nel 1764 viene scavata la sepoltura di
Atilia Primitiva.
Importante donazione (18 epigrafi), fu quella inviata da Roma nel 1779 dal cardinale Gian Maria Riminaldi : le iscrizioni sono tutte "urbane" e si tratta per lo più di tabelle e piccole lastre da colombari e monumenti sepolcrali. Oggi 3 di queste sono esposte presso il Civico Lapidario.
Nel 1774 si ha la restituzione da Mantova di pezzi già pertinenti a Ferrara e se ne acquisiscono altri da Bagnacavallo e Faenza.
Alla fine del XVIII sec. la fisionomia del Lapidario ferrarese può dirsi compiuta.