A. Giglioli, Ricostruzione del fianco meridionale della Cattedrale di Ferrara, da AA.VV., La Cattedrale di Ferrara, Verona 1937.
La Porta dei Pellegrini occupava una posizione rilevante nella Ferrara medievale: essa, infatti, non solo era posizionata frontalmente a una delle vie d’accesso principali della città, ovvero San Romano, ma costituiva un punto di riferimento religioso della massima importanza, essendo utilizzata come varco d’uscita dei pellegrini diretti a sud.
Essa venne chiusa nel 1717 e definitivamente smantellata nel 1736. Resta visibile all’esterno solo il profilo dell’arcata superiore, al di sopra della Loggia dei Merciai.
È possibile ricostruirne la forma originaria grazie alle descrizioni fornite dalle fonti settecentesche. Il Portale era composto da un protiro strutturato su due ordini: quello inferiore era caratterizzato dalla presenza di un’ampia volta a tutto sesto, sorretta ai lati da due colonne di marmo rosso poggiate sul dorso di due grifi; nel livello superiore, invece, erano collocati due leoni stilofori sormontati da colonnine a fascio, sulle quali si impostava l’arco di copertura con le falde spioventi.
La Porta fu costruita e decorata pochi anni dopo l’edificazione della Cattedrale (1135). Vi trovano posto, ad esempio, nel frontone superiore un
Cristo giudice con ai lati due figure inginocchiate di un giovane e di un vecchio, poste, e le
Storie dell’Antico Testamento, collocate sull’architrave del primo ordine.
Ricostruzione grafica dell'imbotte della Porta dei Mesi (1987), da A. Andreotti, Il Maestro dei Mesi, Padova 1987.
Architetto e scultore fu il grande
Nicholaus, al quale si deve l’ideazione dell’intero Duomo. Della decorazione dell’originaria Porta sopravvivono i due grifi e i due leoni stilofori ora posizionati sul sagrato della Cattedrale, mentre in Museo sono esposti la formella con
Eva filatrice, proveniente forse dall’architrave o dagli stipiti del portale, e il frammentario
Telamone.
Un secolo dopo, attorno al 1225-1230, la Porta fu oggetto di un’importante integrazione: sull’esempio di Benedetto Antelami a Parma, il sottarco del portale fu arricchito dalle
formelle dei Mesi, disposte su due fasce sovrapposte; il ciclo era completato da altri rilievi di soggetto astrologico. Artefice di quest’impresa fu un anonimo eppure straordinario scultore, noto con il nome convenzionale di
Maestro dei Mesi di Ferrara.
All’aggiornamento duecentesco va riferito anche il
Capitello con storie del Battista, attribuito talvolta allo stesso Maestro dei Mesi, ma forse di mano di un suo collaboratore, denominato appunto
Maestro del Capitello del Battista.