Maestranze campionesi, Presentazione al tempio (prima metà del XIII secolo) e Apologo dell'unicorno (metà del XIII secolo).
I danni verificatisi a seguito delle ripetute scosse di terremoto susseguitesi sul finire del ‘400, resero necessari interventi di ristrutturazione della zona absidale della Cattedrale. Nell’ambito di questa profonda rivisitazione architettonica, affidata a Biagio Rossetti, si procedette alla migrazione del coro nell’attuale collocazione dietro all’altare maggiore ed allo smantellamento delle antiche strutture liturgiche nel 1514.
Questo rinnovamento determinò anche la riedificazione del
pulpito, realizzato nel 1515 a spese del notaio Baldassarre Diani riutilizzando marmi già presenti in Cattedrale.
Dopo la demolizione del complesso liturgico, i marmi subirono un’inevitabile dispersione: alcune lastre furono riutilizzate per la pavimentazione dell’atrio, altre giunsero al Lapidario dell’Università, mentre il rilievo raffigurante l’
Agnello Mistico venne recuperato soltanto durante i lavori di abbassamento del livello del sagrato nel 1924.
Le lastre superstiti sono chiaramente riconoscibili in un
disegno di Nicolò Baruffaldi: in alto a destra, ad esempio, si riconosce la
Presentazione al Tempio, realizzata da uno scultore campionese, appartenente, cioè, a quella corrente di artisti provenienti dall’alta Lombardia, tra Como e Lugano. Maestranze campionesi sono documentate nei principali cantieri delle cattedrali padane dal XII al XIII secolo, come nella stessa Ferrara, dove loro interventi sono ravvisabili nel completamento della facciata della Cattedrale.
Alla medesima cultura è ascrivibile anche la lastra raffigurante il
Liocorno, che illustra, con vivacità espressiva e finalità morali, il tema iconografico derivato da un episodio della leggenda di Baarlam e Josaphat.
Bottega del Maestro dei Mesi, Scena di vendemmia (prima metà del XIII secolo).
Ai lati della parte inferiore del pulpito erano collocati i due bassorilievi raffiguranti rispettivamente
Un contadino e un guerriero e una
Scena di vendemmia, il primo opera di un artista di gusto classicista attivo nella bottega di
Nicholaus, il secondo, successivo di un secolo, affine al gusto del
Maestro dei Mesi.