Giovanni Vendramin, Antifonario II, c. 4v,
Natività (1477/78-1482).
Il percorso di visita inizia nella cosiddetta Sala codici. L’ambiente prende il nome dalla rilevante serie di libri liturgici qui esposti, che costituiscono una testimonianza di grande importanza nell’ambito della storia dell’arte ferrarese, collocandosi tra i vertici della miniatura estense della seconda metà del XV secolo.
Appartengono ad un gruppo di codici più antichi il
Salterio e l’
Innario, trascritti da
Ludovico da Parma nel 1472 e miniati da
Guglielmo Giraldi, caposcuola della miniatura estense del Quattrocento, decoratore dei Corali e della Bibbia della Certosa di Ferrara, oggi conservati presso i Musei Civici d’Arte Antica.
I ventidue corali cosiddetti "Atlantici" – Antifonari e Graduali – rappresentano, invece, una testimonianza assai rara di corredo liturgico musicale giunta sino a noi pressoché integralmente. Essi furono realizzati tra il 1477 e il 1535 su commissione del Capitolo della Cattedrale e del vescovo Bartolomeo della Rovere che, profondamente coinvolti nel progetto, coprirono tutte le spese: dal soggiorno a Ferrara degli artisti all’acquisto delle straordinarie pergamene in Germania, oltre che dei colori e dell’oro zecchino comprati a Venezia.
Dalle trascrizioni settecentesche dei documenti originali apprendiamo il nome degli miniatori coinvolti:
fra’ Evangelista da Reggio,
Giovanni Vendramin,
Martino da Modena e
Jacopo Filippo Medici, detto l’
Argenta, vero protagonista dell’impresa, già al fianco di Taddeo Crivelli negli anni 1455-56 durante la realizzazione della
Bibbia di Borso d’Este, oggi custodita alla Biblioteca Estense di Modena. All’Argenta si deve l’importazione nel campo della miniatura di quel processo di regolarizzazione degli eccessi espressivi operato in pittura alla fine del Quattrocento da Ercole de' Roberti.
Di particolare importanza sono le legature, costituite da assi di legno ricoperti di pelle impressa a secco, con cornici e angolari in lamina di ottone traforata o punzonata, con bulloni a chiodo o a fiore, e placchette centrali, recanti talvolta la data e la firma dell’orafo
Giuliano de’ Apollini, attivo a Ferrara tra il 1474 ed il 1494.
Martino da Modena, Antifonario VII, c. 5v, San Giorgio e il drago (1478-1486).