Il Museo della Cattedrale rappresenta una realtà del tutto particolare nel panorama culturale italiano.
Questa specificità risiede, prima di tutto, nella sua condizione giuridica, a lungo unica in Italia: istituito nel 1929 e trasferito nel 2000 nell’ex chiesa di San Romano, il Museo nasce dalla volontà congiunta del Capitolo della Cattedrale e del Comune di Ferrara con la finalità di documentare la storia del tempio sacro più importante della spiritualità estense. Regolato da una convenzione elaborata appositamente, esso rappresenta un esemplare modello di gestione mista tra privato e pubblico.
In secondo luogo, dal punto di vista strettamente artistico, l’originalità del Museo risiede essenzialmente nella qualità delle proprie collezioni: in esse vi sono raccolte infatti la maggior parte delle rare e preziosissime testimonianze dei fasti della Ferrara rinascimentale ancora presenti nella città che fu teatro della loro creazione.
Artefice della nascita del Museo della Cattedrale fu una figura cardine della storia culturale della città: Giuseppe Agnelli (1856-1940), celebre direttore della Biblioteca Ariostea. Attraverso l’associazione
Ferrariae Decus, da lui fondata nel 1906 al fine di tutelare il patrimonio storico e artistico locale, egli perseguì l’intento di conservare e valorizzare le opere provenienti dal Duomo, grazie anche al prezioso sostegno di numerosi finanziatori italiani e stranieri.
Inaugurato il 27 ottobre del 1929, il Museo venne plasmato sul modello del “Museo dell’Opera”, tipologia espositiva sorta in età tardo ottocentesca con finalità del tutto simili in diverse città italiane. In linea con la nascita di queste istituzioni, anche a Ferrara il nuovo museo divenne parte determinante di un Ente Morale, denominato “Opera del Duomo”, il cui scopo era rappresentato dalla salvaguardia della Cattedrale e delle relative opere d’arte.
Oltre ai capolavori provenienti dalla Chiesa Madre estense, attraverso convenzioni stipulate tra Capitolo e Comune (1930-32), le raccolte compresero fin da subito anche opere di proprietà municipale, fino a quel momento custodite nel Lapidario Civico, diviso tra il cortile dell’Università a Palazzo Paradiso e quello di Palazzo dei Diamanti.
Il Museo rimase nella sua sede storica, un'ampia sala sovrastante l’atrio della Cattedrale, fino al dicembre del 2000 quando, al fine di soddisfare le moderne richieste museografiche sempre più attente alla salvaguardia e alla fruizione dei beni storico-artistici, nacque l’esigenza di custodire le collezioni in una nuova sede.
La scelta cadde sull’ex chiesa di San Romano, contigua al Duomo e a esso legata anche dal punto di vista storico, opportunamente restaurata, assieme ai locali annessi, nell’ambito delle opere realizzate per il Giubileo. La nuova sistemazione delle collezioni ha coinciso con un nuovo assetto istituzionale che ha rinnovato il rapporto di collaborazione tra il Capitolo della Cattedrale e il Comune di Ferrara.