Situata orginariamente nell’aria dove attualmente sorge il fossato del Castello, la chiesa di San Giuliano fu ricostruita nel 1405, vent’anni dopo la demolizione del primitivo edificio.
La riedificazione fu voluta da Galeotto Avogadri, proto camerlengo del marchese Nicolò III. Durante il governo estense fu luogo di culto delle corporazioni degli Albergatori, degli Orefici, dei Pescatori e dei Beccai. Attualmente è anche nota come la “chiesa dei giornalisti”: qui infatti Cristiano Nicovich nel 1952 vi aveva ricostituito l’associazione stampa. In quell’occasione fu deciso di restaurarla ed il lavoro fu affidato all’ingegner Carlo Savonuzzi.
a sinistra: facciata con i resti dell’intonaco settecentesco. 9,8x13,5 cm
a destra: altare maggiore. 10x14 cm
SANT'ANDREA
Venne edificata intorno all’anno Mille e fu di proprietà del Capitolo della Cattedrale fino al 1256. L’edificio fu oggetto di numerosi ampliamenti fino alla metà del Seicento. A causa delle soppressioni napoleoniche, una parte dei chiostri dell’annesso convento furono adibiti a caserma e, ad inizio Ottocento, demoliti.
Nel 1886 fu chiusa al culto e dal 1936 in poi crolli e demolizioni la ridussero lentamente in un rudere. Danneggiata ulteriormente dai bombardamenti del 1944, tra il 1965 e il 1967 la fiancata sinistra fu abbattuta per consentire i lavori di costruzione della scuola media “Dante Alighieri”, ultimata nel 1969.
La chiesa ospitava al suo interno capolavori come il Trionfo di Sant'Agostino del modenese di Serafino dei Serafini o il celebre Polittico Costabili di Garofalo e Dosso Dossi, entrambi ora presso la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, così come l’Antico e Nuovo Testamento dello stesso Garofalo, affresco staccato dal refettorio. I resti della chiesa di Sant’Andrea sono ancora visibili in via Camposabbionario.
a sinistra: abside e campanile prima della demolizione. 10x12 cm
al centro: esterno della navata sinistra prima della demolizione. 17x23,3 cm
a destra: veduta dell’interno dopo il crollo del tetto nel 1938. 17x23,5 cm
ORATORIO DI SANTA MARGHERITA
Ubicata in via de' Romei, fu costruita nel 1604 nell'area posteriore dell’antico Palazzo Pendaglia annessa al conservatorio di zitelle fondato da Margherita Gonzaga (terza moglie del duca Alfonso II) su progetto di Giovan Battista Aleotti.
Venne chiusa nel 1796 a causa dell’occupazione francese. Definitivamente sconsacrata, fu sede di diverse attività fino a quando fu accorpata all’Istituto Alberghiero “Orio Vergani”.
a sinistra: il campanile demolito nel 1913. 9,8x13,5 cm
a destra: facciata. 9,2x13,6 cm
SAN MAURELIO o CHIESA NUOVA
Posizionata nell’attuale Piazza Municipale, fu edificata tra il 1476 e il 1480 per volere di Ercole I d’Este, al fine di farne la cappella di corte e come dono alla moglie Eleonora d’Aragona. Al suo interno, arricchito di opere d’arte, il duca era solito partecipare alla messa e a canti accompagnati dal suono dell’organo.
L’edificio, successivamente, fu oggetto di lavori e ampliamenti e rimase di rilevante importanza per la corte estense, dal momento che vi venivano esposte le salme della famiglia prima della sepoltura.
A seguito delle vicende legate alla Devoluzione, il tempio perse la sua funzione cortigiana e nel 1693 venne dedicato a San Maurelio ed affidato all’Unione dei Fratelli delle anime del Purgatorio. Il culto fu officiato fino al 1893, quando la chiesa fu definitivamente chiusa.
In un secondo momento l’edificio fu adibito a magazzino fino al 1915, quando l’Amministrazione comunale decise di ospitarvi manifestazioni culturali e proiezioni cinematografiche. L’inaugurazione di quella che ieri, come oggi, è chiamata Sala Estense risale alla sera del 17 febbraio del 1917.
a destra: facciata. 18x24,8 cm
MADONNA DEL BUON AMORE
Noto anche come Oratorio della Natività della Beata Vergine del Buon Amore, l’edificio - ubicato in fondo a via Porta d’Amore - risale alla seconda metà del Cinquecento.
Fu edificato per conservare una piccola immagine della Madonna rinvenuta durante i lavori di costruzione dell’omonimo baluardo. La sobria architettura esterna contrastava con il ricco apparato decorativo interno cui contribuirono il Bastianino, il Bastarolo e lo Scarsellino.
Il culto fu sospeso durante il primo conflitto mondiale: ciò portò nel 1924 alla demolizione della chiesa. L’area ove sorgeva l’edifico di culto è ora occupata da abitazioni.
a destra: facciata, 17x23,5 cm
ORATORIO DELL'ANNUNZIATA
Ubicato in via Borgo di Sotto, al n. 49, l’Oratorio fu edificato nel 1376 per volere di Niccolò Zapponari, il quale lo donò alla Confraternita dei Battuti Neri. Questa, istituita fin dal 1366, oltre all’attività penitenziale si occupava di accogliere i degenti dell’annesso ospedale nonché di accompagnare i condannati a morte e di seppellirne i cadaveri. Nel 1612 i Battuti Neri decisero di tramutare l’Oratorio in Chiesa e affidarono i lavori di ristrutturazione a Giovan Battista Aleotti, al quale si deve anche il progetto della facciata. L’edificio subì ulteriori interventi di ristrutturazione a causa delle soppressioni napoleoniche e del primo conflitto bellico.
Il ciclo decorativo del salone, che raffigura la Storia della Santa Croce, rappresenta una delle maggiori testimonianze del Cinquecento ferrarese, ed è opera di artisti del calibro di Camillo Filippi, il Bastianino, Nicolò Roselli e il Delai.
a destra: l'interno dell'oratorio, G. Bondanelli, 1950 ca. 12x17 cm
SANTA MARIA NUOVA
La chiesa è situata in via Aldighieri al n. 46, nei dintorni della quale la tradizione locale riporta la presenza di un piccolo lago e di una chiesa detta Santa Maria “dei pescatori”. Nelle vicinanze di questa ne fu edificata un’altra, di dimensioni maggiori che prese il nome di Santa Maria Nuova, documentata come parrocchia nel 1278. Nel 1796 venne chiusa in seguito alle soppressioni napoleoniche; riaperta nel 1812 perse però il titolo di parrocchia.
Alla fine del XIX secolo, quando furono eseguiti alcuni lavori di ristrutturazione, fu ritrovato sotto l’altare maggiore il sepolcro degli Aldighieri, considerati antenati dell’illustre Dante Alighieri. Non vi è un’assoluta certezza in tale parentela, ma alcuni documenti, ad esempio il XV canto della Divina Commedia, e testimonianze, una fra tutte quella di Giovanni Boccaccio, indicano le origini ferraresi degli avi del poeta.
Nel 1921, in occasione del VI centenario della morte di Dante Alighieri, fu costruita la cripta dove furono riuniti i resti della famiglia Aldighieri. Contestualmente, la chiesa fu oggetto di importanti lavori di restauro. Tornò ad essere parrocchia nel 1938.
a sinistra: facciata prima dei restauri del 1921, 10x12
al centro: Transito della Vergine, affresco rinvenuto durante i restauri
della facciata, Vecchi e Graziani. 12,8x17,5 cm
a destra: Transito della Vergine dopo i restauri della
facciata. 12,8x15,5 cm